ALITA – Angelo della battaglia

Regia: Robert Rodriguez.

Cast: Rosa Salazar, Christoph Waltz, Jennifer Connelly, Mahershala Ali, Ed  Skrein.

Genere: Azione, Avventura, Sentimentale.

Durata: 122 minuti.

Cinema di Piazza Armerina

dal 1 al 6 Marzo

1° SPETTACOLO ore 19:00 – 2° SPETTACOLO ore 21:30

Trama:

Il dottor Dyson Ito vive ad Iron City nel 2563, trecento anni dopo la “caduta”, e ripara cyborg nella propria clinica. In cerca di componenti perlustra la discarica, dove cadono i rifiuti dalla città sospesa in cielo di Zalem, e qui trova la parte centrale di una ragazza cyborg, che decide di innestare nel corpo, mai utilizzato, che aveva preparato per sua figlia Alita. La ragazza non ha memoria di sé, ma è un cyborg avanzatissimo, di una tecnologia perduta e progettata per la battaglia. È infatti combattendo che lentamente riaffiorano le sue memorie, così decide di entrare tra i cacciatori di taglie della città e poi nei ferocissimi tornei di Motorball. Si innamora inoltre di un ragazzo umano, che sogna però di raggiungere Zalem, luogo da cui una forza sinistra sembra essersi interessata ad Alita.

Tratto dal manga di culto di Yukito Kishiro, Alita – Angelo della battaglia racconta una ricerca di identità in un mondo dove la mobilità sociale trova un tetto insormontabile e la massima aspirazione realizzabile è di regnare all’inferno.

Ad Iron City vive il 99% che si arrangia tra lavori e miseria e ha come unico sfogo lo spettacolo gladiatoriale del motorball, mentre l’1% si presume viva in un paradiso irraggiungibile chiamato Zalem, ma a differenza di altre distopie dove i ceti sociali sono così marcatamente divisi, il mondo di Alita è solare e vitale. Iron City è infatti un luogo vasto, spesso dalle giornate assolate e con edifici colorati, in linea con la sua collocazione mesoamericana da cui vengono integrati anche frammenti dell’architettura guatemalteca. 

La ricchezza e la varietà di scenografie e costumi rendono l’ambiente credibile e sfaccettato, dove oltre alla miseria della fatica e della povertà c’è spazio anche per il gioco, così come per il crimine notturno. Ad Iron City si aggira infatti una sorta di serial killer che ruba componenti meccaniche e che sarà uno degli avversari principali di Alita.

C’è poi il criminale che sta al di sopra di tutti, Vector, nero, elegante e carismatico, supervisiona sia le corse del motorball, sia i cacciatori di taglie, e sembra persino capace di fornire l’accesso a Zalem ai suoi favoriti. Per questo lavora con lui la bellissima Chiren, ex moglie di Ito e geniale scienziato che come il marito arriva proprio da Zalem, da cui si può cadere ma dove secondo Ito non si può tornare.

L’ambizione per la città sospesa, per una vita migliore, è il motore di molti personaggi di Alita e ha esiti drammatici: Rodriguez riduce infatti lo splatter per avere il visto di censura PG-13 (lo stesso dei Marvel movies) ma non la violenza né la tragedia dell’originale, con robot smembrati, protagonisti che perdono la vita e sogni infranti in abbondanza, che ne fanno un film di fantascienza insolitamente duro per questo pubblico. 

Del resto anche James Cameron, che qui produce e sceneggia insieme a Laeta Kalogridis, non si è mai trattenuto dall’ammazzare i propri personaggi e il film è la realizzazione di un suo progetto annunciato già nel 2003, che poi ha assegnato a Robert Rodriguez per concentrarsi sulla saga di Avatar. 

Cameron però non è un asso della sceneggiatura e non lo è nemmeno la sua collaboratrice (colpevole di Terminator Genisys e della serie Altered Carbon), così i dialoghi non sempre sono memorabili e alla riflessione sul transumanesimo si preferisce il romanticismo. Alita è una sorta di Frankenstein che vuole amare, pronta a dare – letteralmente – il cuore al suo ragazzo. Difficile restare indifferenti a tanta passione, per quanto platonica, mentre per la sensualità è più facile guardare alla magnifica Jennifer Connelly, che tra costumi di classe e mise super sexy tiene testa al sempre ottimo Mahershala Ali. 

La gran quantità di personaggi e intrighi rendono poi il film narrativamente ricco ma non profondo. Inoltre, la scelta di opporre direttamente il villain alla protagonista è molto più schematico di quello che accadeva nel manga. D’altra parte l’opera di Kishiro è lunghissima, di conseguenza qualche semplificazione era inevitabile. Christoph Waltz ha un ruolo da Geppetto dal cuore grande, che rischia la vita come cacciatore di cyborg per tenere in piedi la propria clinica, e che vede in Alita una figlia, tanto da volerla proteggere nonostante lei viva per combattere. Rosa Salazar nei panni digitali di Alita riesce a rendere emozionante un personaggio vistosamente alieno, con quegli occhi enormi da manga, che pur la produzione ha leggermente ridotto rispetto ai primi trailer. Purtroppo convince meno il suo partner, il giovane Keean Johnson, noto più che altro per la serie Nashville e che probabilmente Cameron avrebbe diretto meglio di Rodriguez. 

Il regista comunque compensa con molte scene d’azione davvero spettacolari, su tutte il “set-piece” notturno tra il motorball e i tetti di Iron City, che sfrutta appieno i vari ambienti della città. Girato in 3D, guadagna della visione in stereoscopia e approfittando dei corpi robotici esangui non manca di violente mutilazioni, che danno forza drammatica all’azione. Si apprezza poi che il finale non sia giocato su uno scontro, ma sull’esito inevitabile della tragedia messa in moto in precedenza. L’epilogo si apre infine su una sfida aperta, in attesa di nuovi eventuali capitoli, ma non ci lascia con un film irrisolto perché tutti i personaggi, non senza colpi di scena, hanno compiuto un percorso di crescita e concluso il proprio arco narrativo.