Tutti Tranne Te

Regia: Will Gluck

Cast: Sydney Sweeney, Glen Powell, Alexandra Shipp, Darren Barnet, Bryan Brown, Joe Davidson, Gata, Rachel Griffiths, Michelle Hurd, Dermot Mulroney, Hadley Robinson, Lance Kerfuffle, Taryn Gluck, Alexandra Gluck, Talayna Moana Nikora

Genere: Commedia

Durata: 103 minuti

Cinema Garibaldi di Piazza Armerina

Dal 16 al 21 Febbraio

1° SPETTACOLO alle ore 19:00

2° SPETTACOLO alle ore 21:30

Trama:

Bea è una ragazza che crede nell’amore, Ben un palestrato fieramente donnaiolo. Si incontrano per caso, passano una notte memorabile, poi le loro strade si dividono, per rincrociarsi anni dopo al matrimonio della sorella di Bea in Australia. Tra gaffes e sotterfugi finiranno per stringere un patto fatale: fingere agli occhi di tutti di essere fidanzati. La magia di Sydney e di un elicottero di salvataggio faranno il resto.

Una commedia romantica patinata, ironica, goliardica, all’insegna del lusso sfrenato. È quella che firma Will Gluck, con protagonisti Sydney Sweeney e Glen Powell.

Sono loro gli interpreti di un amore che nasce per caso in una caffetteria, con Bea che deve correre in bagno e non riesce a fare la fila per portare a termine un acquisto e Ben che si offre di pagarle un tè alla menta fingendo di essere suo marito. È solo l’inizio di un’avventura che culminerà in una notte memorabile per entrambi, ma che non avrà alcun seguito per una serie di malintesi.

Sulla carta è l’ennesima commedia romantica degli equivoci, sulla scena è una commedia slapstick, poco elegante e molto prevedibile, con dei turning point alquanto scontati e una sequela di coincidenze poco credibili. Powell è al solito convincente – mai come nel nuovo film di Richard Linklater Hit Man -, Sweeney è perfettamente calata nel ruolo della fidanzatina d’America, solo che sono passati anni dai tempi delle commedie romantiche con Cameron Diaz e Meg Ryan, o con Amanda Seyfried che ha uno sguardo e un incanto simile a quello della protagonista.

Soprattutto è cambiata, nel frattempo, la rappresentazione del femminile, eppure la commedia di Gluck ne offre l’ennesima versione noiosamente stereotipata, con un trionfo di corpi perfetti e vite privilegiate. Sullo schermo sfilano da una parte pettorali e addominali scolpiti, dall’altra decolleté e lati b mozzafiato, sfoggiati in abiti da sogno su yacht di lusso con tanto di aragoste e champagne.

È il cinema hollywoodiano fintissimo e patinato che ha fatto il suo tempo, e che può ancora strappare qualche risata, ma non contribuisce certo a rinnovare un genere fertile come quello della commedia romantica, né apporta alcun valore aggiunto a quanto già visto e rivisto negli anni.

Neanche i personaggi queer (le due spose) riescono a rendere veramente inclusiva un’opera in cui si pretende di far ridere su battute come “zitella”, “vieni da paparino”, battute sul fondoschiena e palpeggiamenti di natiche di livello cinepanettonesco. L’unico personaggio veramente divertente e autoironico è il surfista definito “Hemsworth dei poveri”, bellimbusto simpatico e più atletico che mai, unica vera fonte di comicità. Funziona anche la scenografia e la spettacolarità di scene come il salvataggio in elicottero in pieno oceano e la maestosità del Teatro dell’Opera di Sydney, ma resta di fondo la domanda sul perché mai nel 2024 uno spettatore dovrebbe appassionarsi all’avventura romantica di due straricchi e strabelli con nessun altro problema al mondo che non scegliere la persona giusta.

Gli oltre cento milioni di incasso al box office mondiale del film inducono a pensare che ci sia ancora tanta voglia di leggerezza patinata e di edonistica evasione, nel nome delle quali tutto è perdonabile, sciatterie di sceneggiatura comprese. Il senso del film è tuttavia sintetizzato da una delle scritte che il regista distribuisce nel corso del film, piazzandole nei luoghi più improbabili: «Molto rumore per nulla», ma in senso letterale, non scespiriano. La commedia romantica sofisticata, per intendersi, è altrove.